Tempi di vacche magre, ma non per tutti…
In quest’ultimo scorcio di anno in tanti Atenei molti rettori si stanno dando da fare per aumentare le loro indennità di carica ai vertici della governance delle università e agli organi di controllo, in alcuni casi fino ad oltre il 500% delle attuali indennità di carica, idem per i pro rettori, i consiglieri di amministrazione ed i revisori dei conti!
E’ pur vero che qualche rettore ha rinunciato a questi aumenti, pochissimi a dire la verità, quasi tutti gli altri hanno applicato il massimo aumento consentito, così vediamo, per esempio in un ateneo medio, che l’indennità del pro rettore vicario passa a 33.000 euro annui , l’indennità dei consiglieri di amministrazione oltre 13.000 euro, il presidente dei revisori circa 16.000 euro, i revisori oltre 13.000 euro etc.., qui vacche magre non ce ne sono, c’è semmai il mercato, delle “vacche..”
Tutto questo accade mentre il personale TAB da loro amministrato è penalizzato dal blocco del salario accessorio fermo al 2016, deciso dal governo di allora e confermato dai governi successivi fino a oggi, ‘’erano tempi di vacche magre ’’, dicevano, per cui può capitare ed anche spesso, purtroppo, che a fronte di una disponibilità di poco più di 20.000 euro per le progressioni economiche (sempre in un medio ateneo) ci siano oltre 800 dipendenti che possono concorrervi e per pochi spiccioli! (vedasi art. 102 nuovo CCNL). Di ciò, parrebbe, che ai datori di lavoro, (i rettori), non gli freghi un granché.
Su questi aumenti spropositati delle attuali indennità di carica (per i rettori, pro rettori, i consiglieri di amministrazione ed i revisori dei conti) la stampa, i mass media in genere, che si buttano a capofitto nel darne notizie , in questo caso, chissà perché non hanno visto, non hanno sentito e… non hanno parlato.
Purtroppo, come abbiamo già avuto modo di dire in altri recenti e passati nostri comunicati, i lavoratori e le lavoratrici neppure si indignano più, è quasi palpabile una sorta di rassegnazione grazie alla quale la parte datoriale riesce a far ingoiare di tutto, anche questa ennesima porcata, senza che nessuno fiati.
Noi non ci stiamo! E lo gridiamo forte per coinvolgere tutti i lavoratori e le lavoratrici a reagire per uscire da questa impasse nella quale siamo inchiodati da almeno tre decenni e le cui prospettive future dipendono in gran parte da una sentita o meno partecipazione alla vita sindacale.
Oltre al blocco dell’accessorio i recenti rinnovi dei CCNL, tutti, ma in particolare quello del nostro settore università, (come d'altronde riscontrato anche negli altri comparti), non ha tenuto conto neppure dell’inflazione reale di questi ultimi tre anni, circa il 18 % come rilevato dall’ISTAT, per cui i lavoratori sono sempre più poveri.
Noi, come FGU Università faremo la nostra parte cercando di coinvolgere sempre di più i lavoratori e perché il prossimo possa essere un buon anno per davvero e non solo un auspicio, non dipenderà soltanto da noi, ma da quanti lavoratori si sentiranno in dovere di riavvicinarsi in occasioni di incontri, che siano assemblee locali o nazionali, dove vengono evidenziate le problematiche che investono in prima persona il PTAB e per porre soluzioni. Nel prepararci quindi, a nuove battaglie sindacali con l’intento di contrastare queste politiche che continuano a drenare risorse pubbliche in danno dei lavoratori, formulo i migliori Auguri di Buon Anno a tutti.
Roma, 31.12.2023
Arturo Maullu
Segretario Generale FGU Università