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Proposte della FGU per reperire nuove risorse per il fondo accessorio

Perché alla fine abbiamo sottoscritto l'ipotesi di accordo

Pur avendo espresso per mesi forti critiche verso la gestione del fondo e l’assenza di un reale impegno nel reperire risorse aggiuntive, al tavolo del 26/11/2025  abbiamo firmato l’accordo esclusivamente per non danneggiare nessuno di voi.

In particolare, lo abbiamo fatto per tutelare chi quest’anno ha maturato il diritto alla Progressione Economica all'Interno dell'Area (PEiA): non è accettabile che colleghe e colleghi perdano un’opportunità legittima a causa dell’immobilismo dell’Amministrazione.

La nostra firma, dunque, non è stata un via libera politico, ma un atto di responsabilità verso il personale tecnico-amministrativo che rappresentiamo.

Le nostre proposte sulle risorse

Si sono prospettati tre scenari possibili per la firma:

  • 250.000 €: cifra che il DG ha detto avere speso fino ad ora nel 2025;
  • 300.000 €: importo previsto nell’accordo dell'anno 2024;
  • 326.000 €: cifra maggiorata (in virtù dell'accordo politico che fu firmato l'anno scorso da tutti tranne che dalla FGU), che ritenevamo eccessiva.

La nostra posizione è stata che 300.000 € rappresentano il massimo compromesso possibile, in cambio dell’attivazione delle PEiA 2025.

Le risorse che potevano essere utilizzate (ma non sono state utilizzate)

Ricordiamo che l’Amministrazione non ha voluto percorrere strade (da noi suggerite) che avrebbero permesso di aumentare significativamente il fondo (senza mettere le mani nelle tasche dei lavoratori), tra cui:

  • aumento della percentuale del conto terzi: dal 2,5% al 5% si sarebbero ottenuti circa 335.000 € aggiuntivi, arrivando quasi a 700.000 €;
  • utilizzo degli introiti dell’art. 43 L. 449/1997, che avrebbero consentito di arrivare fino a 1.200.000 €;
  • incremento del fondo dal risparmio sul turn-over 2025 (permesso dalla finanziaria 2025);
  • utilizzo dell’art. 119, comma 2, lett. f) per la riorganizzazione, su cui invece permane opacità: non è stato condiviso nessun vero piano di riorganizzazione ma si è trattato (e si tratterà) di interventi alla spicciolata. La delegazione poteva chiedere risorse dal bilancio e non mettere ancora una volta le mani in tasca ai lavoratori.

Tutte strade possibili, praticabili e adottate in altri atenei, ma che non sono state percorse.

La questione politica: dire la verità a tutti

Chiediamo che sia dichiarato apertamente ciò che nei fatti accade: la volontà politica dell’Ateneo è quella di non distribuire in modo equo le risorse tra personale docente e personale tecnico-amministrativo.

Non si tratta di una contrapposizione tra categorie: è una questione di equità e di riconoscimento del valore del lavoro di tutte e tutti.
L’Università è una comunità composita, e anche il personale tecnico-amministrativo e bibliotecario ha diritto a una quota adeguata delle risorse disponibili, senza dover sempre giustificare le proprie richieste per ottenere soltanto una minima parte del fondo.

Il nostro punto fermo: è l’ultima volta

Anche se già l’anno scorso avevamo affermato che non avremmo più accettato forzature di questo tipo, firmiamo ancora una volta solo per non danneggiare i colleghi.

Ma lo diciamo pubblicamente e solennemente:

Se il prossimo anno la delegazione pubblica non porterà risorse fresche, nuove e soprattutto consistenti, non concederemo nemmeno 200.000 €. Non SCENDEREMO PIU' A CERTI COMPROMESSI.

Il 2026 sarà l’anno della verità: o l’Ateneo investirà seriamente sul personale, o porteremo al tavolo una posizione totalmente diversa e radicale.

Conclusione

Con senso di responsabilità verso tutte e tutti, abbiamo firmato l’accordo 2025.
Ma questa è l’ultima volta che accettiamo una soluzione tampone senza investimenti reali nel e per il personale TAB.

Lo facciamo perché crediamo nel lavoro, nei diritti e nel rispetto di tutte le persone che rappresentiamo.

Ultimo aggiornamento

27.11.2025

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